Mies Van der Rohe è un indiscusso maestro dell'Architettura del Novecento. Figlio di scalpellino, la sua crescita professionale passa sopratutto dalla figura di Peter Beherens, importante e carismatico architetto tedesco, considerato uno dei padri nobili del Movimento Moderno. Grazie a lui, il giovane Mies conosce l'opera di Friedrich Schinkel, figura determinate nell'ispirazione dei suoi lavori futuri come la Neue Nationalgalerie.
Gli anni '20 sono per l'Architettura gli anni della “rivoluzione” e Mies Van der Rohe ne è uno dei protagonisti indiscussi: i suoi edifici sono audaci, sia nelle forme che nella scelta dei materiali (si inizia in questi anni ad utilizzare il cemento armato e l'acciaio). Sin dagli esordi, il suo approccio delinea già la volontà di ridurre tutto all'essenziale, di togliere ciò che non serve. In particolar modo la struttura viene ridotta esclusivamente a puro elemento tecnologico, semplificato nei suoi componenti; lo spazio architettonico, primo degli impedimenti strutturali, può essere così organizzato secondo le nuove necessità.
Il Padiglione Tedesco realizzato per l'Esposizione Universale di Barcellona del 1929 è considerato il manifesto della sua poetica. Simbolo della nuova Germania, democratica, culturalmente all'avanguardia, prospera e pacifista e di un nuovo modo di fare Architettura, in questo piccolo edificio Mies Van der Rohe mostra i propri principi spaziali: lo spazio fluisce liberamente tra interno ed esterno in un rapporto dialettico fra la struttura portante puntuale in acciaio cromato e i setti rivestiti in travertino. Smontato a termine dell'esposizione, fu ricostruito com'era e dov'era nel 1986.
Gli stessi principi del Padiglione furono applicati per la prima volta ad uno spazio abitativo: nasce così nel 1930 il capolavoro di Villa Tugendhat a Brno. Realizzata su un terreno molto acclive di proprietà della ricca famiglia Tugendhat, l'edificio è sostenuto da una struttura metallica costituita da pilastri cruciformi portanti così da creare un unico spazio living con vista sul centro storico della città. Anche in quest'opera vennero utilizzati materiali pregiati quali l'onice, l'ebano e il travertino.
Nel 1930 diventa direttore della scuola del Bauhaus, vero e proprio istituto d'avanguardia nato dalla fusione fra l'Accademia d'Arte di Weimar e la Scuola d'Arti Applicate e nel quale insegnavano i migliori artisti e intellettuali d'Europa quali Kandinskij, Klee e Gropius.
La sua esperienza come direttore si concluse bruscamente nel 1932, quando la scuola fu chiusa su ordine diretto di Hitler.
Visto il clima politico sempre più incandescente, nel 1937 Mies fu costretto ad emigrare negli USA, dove fu nominato direttore della Facoltà di Architettura dell'I.I.T. di Chicago. Appena arrivato fu incaricato di progettare il nuovo campus universitario e alcuni lavoratori.
Grazie a questo prestigioso incarico: il MoMa di New York gli dedicò nel 1947 anche una mostra personale e questo gli fruttò un sacco di incarichi.
All'interno del campus dell'I.I.T di Chicago realizzò nel 1956 il Crown Hall: sicuramente è uno degli edifici più significativi del movimento moderno post-bellico, e a detta dello stesso architetto può essere considerato l'emblema architettonico del suo famoso paradigma: “Less is more”. Gli spazi della scuola di architettura sono racchiusi all'interno di un semplice e raffinato parallelepipedo, completamente trasparente, scandito dal ritmo della struttura verticale in acciaio verniciato di nero.
Negli Usa riesce finalmente infine a realizzare uno delle sue tipologie architettoniche più amate: il grattacielo. Realizza una serie di torri destinate ad appartamenti a Chicago nel 1951 e nel 1959 il famosissimo Seagram Building a New York.
Il suo linguaggio chiaro e razionale, il suo spirito rigoroso ed essenziale, l'interesse per l'uso onesto ed innovativo dei materiali innovativi sono stati gli elementi generatori del suo modo di fare ed intendere l'Architettura.
Fotografie: Gili Merin | Maciej Jezyk | Alexandra Timpau | Didad Guxens