Tra i grattacieli di Manhattan dove prevalgono linee verticali e spigoli vivi, i profili sinuosi e continui del Guggenheim Museum, unici nel loro candore totale e nella loro assoluta diversità dal contesto in cui si trovano, sono diventati paradossalmente uno dei simboli di New York. Le stesse linee sinuose si ritrovano all’interno.
Nel 1943 Frank Lloyd Wright accettò l’incarico del miliardario, filantropo e soprattutto grande mecenate e collezionista d’arte Solomon Guggenheim di progettare un nuovo museo capace di ospitare i capolavori di alcuni dei più grandi artisti del Novecento, tra i quali Kandinskij, Picasso, Klee, Modigliani e Chagall. Solomon possedeva una straordinaria collezione di opere d’arte che si era arricchita enormemente a partire dal 1919, quando, dopo una vita di lavoro, decise di ritirarsi per occuparsi della sua vera passione: la pittura.
Fu l’incontro tra due menti straordinarie, due artisti che nella maturità diedero forse il meglio di sé dando vita ad uno dei luoghi simbolo della moderna concezione dell’arte. Né Solomon Guggenheim né Wright fecero in tempo a vedere realizzato ed operativo il loro grande sogno, ma il Guggenheim Museum di New York , inaugurato ufficialmente nel 1959 (poco dopo la morte dell’architetto) diventò immediatamente una delle istituzioni culturali di maggior rilievo a livello mondiale. Per Wright il Guggenheim Museum rappresentò l’ultima sfida: portare l’architettura organica nel centro di una delle più grandi metropoli del mondo, in mezzo ad una selva di grattacieli e non ad un paesaggio naturale. La scelta del luogo in cui costruire la nuova istituzione fu concordata con Guggenheim: l’area della celebre 5th Avenue tra l’ottantottesima e l’ottantanovesima strada, di fronte al Central Park, il grande polmone verde di New York, che in qualche modo avrebbe dato respiro alla nuova costruzione.
Il Guggenheim Museum si presenta come una costruzione inconfondibile nel panorama quasi omogeneo delle torri di Manhattan: bianco, relativamente basso, una sorta di ziqqurat rovesciata alla quale sono stati tolti gli spigoli, che sale sinuosa e si allarga come un nastro che viene srotolato verso l’alto. Ogni piano della struttura principale disegna una serie di linee scure sulla superficie candida dell’edificio. Se la linea curva è certamente dominante, le diverse parti del museo sono un vero assemblaggio di linee e forme geometriche regolari: triangoli, ellissi, archi e quadrati che si richiamano l’uno con l’altro portando l’osservatore attraverso uno spazio continuo ed armonico.
Varcato l’ingresso ci si trova nella monumentale hall che corrisponde alla grande spirale leggibile anche dall’esterno. Il pubblico può cominciare la visita salendo in ascensore alla sommità della struttura, illuminata dall’alto da una grande cupola di vetro, per poi scendere seguendo una rampa unica che crea un percorso in leggera pendenza lungo quasi 500 metri. Sul muro alla sinistra di chi scende sono appese le opere d’arte, mentre alla destra, oltre il parapetto, il grande vuoto centrale, permette di contemplare e vivere l’intero spazio espositivo. Per ospitare un numero sempre crescente di opere e le esposizioni temporanee organizzate incessantemente dalla fondazione, sui diversi piani si aprono alcune sale espositive più piccole, che, per chi lo desidera, interrompono per un attimo il flusso continuo della visita permettendo di approfondire tematiche particolari.