Cos’è una comunità energetica?
Una CER è un insieme di cittadini, piccole e medie imprese, enti territoriali e autorità locali, incluse le amministrazioni comunali, le cooperative, gli enti di ricerca, gli enti religiosi e del terzo settore, che condividono l’energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili nella disponibilità di uno o più soggetti associatisi alla comunità. In una Cer l’energia elettrica rinnovabile può esser condivisa tra i diversi soggetti produttori e consumatori, localizzati all’interno di uno medesimo perimetro geografico, grazie all’impiego della rete nazionale di distribuzione di energia elettrica, che rende possibile la condivisione "virtuale" di tale energia.
Come iniziare?
Per prima cosa è necessario individuare le aree o i fabbricati dove realizzare gli impianti alimentati da fonti rinnovabili e gli utenti con cui associarsi e condividere l’energia elettrica. È poi necessario costituire legalmente la CER, sotto forma di associazione, ente del terzo settore, cooperativa, cooperativa benefit, consorzio, organizzazione senza scopo di lucro etc. Occorre, quindi, dotare la Cer di una propria autonomia giuridica attraverso una qualsiasi forma che ne garantisca la conformità con i principali obiettivi costitutivi. La Cer deve essere pertanto caratterizzata da un atto costitutivo e uno statuto. Insomma deve avere delle "regole".
Gli incentivi per le Cer
Per tutte le Cer sono previsti incentivi sull’energia autoconsumata sotto due diverse forme. La prima è una tariffa incentivante sull’energia prodotta da rinnovabili e autoconsumata virtualmente dai membri della Cer. Tale tariffa è riconosciuta dal Gse - che si occupa anche del calcolo dell’energia autoconsumata virtualmente - per un periodo di 20 anni dalla data di entrata in esercizio di ciascun impianto. La tariffa è compresa tra 60 e 120 € per megawattora (MWh) in funzione della taglia dell’impianto e del valore di mercato dell’energia. Per gli impianti fotovoltaici è prevista una ulterioremaggiorazione fino a 10 €/MWh in funzione della localizzazione geografica. La seconda forma è un corrispettivo di valorizzazione per l’energia autoconsumata, definito dall’Arera (l’Autorità per l’energia, le reti e l’ambiente). Tale corrispettivo vale circa 8 € per megawattora. Inoltre, tutta l’energia elettrica rinnovabile prodotta ma non autoconsumata resta nella disponibilità dei produttori ed è valorizzata a condizioni di mercato.
Il contributo previsto dal Pnrr
Per le CER i cui impianti di produzione sono ubicati in Comuni con una popolazione inferiore a 5mila abitanti, è previsto un contributo in conto capitale, pari al 40% del costo dell’investimento, a valere sulle risorse del Pnrr. Il contributo è pari al 40% delle spese sostenute per la realizzazione di impianti Fer nei limiti delle spese ammissibili e dei seguenti costi di investimento massimi in funzione della taglia di potenza:1) 1.500 euro per kilowatt per impianti fino a 20 kW; 2) 1.200 €/kW, per impianti di potenza superiore a 20 kW e fino a 200 kW; 3) 1.100 €/kW per potenza superiore a 200 kW e fino a 600 kW; 4) 1.050 €/kW, per impianti di potenza superiore a 600 kW e fino a 1.000 kW.
Tutti gli impianti alimentati da fonti rinnovabili possono essere inseriti in una Cer come unità di produzione. Sono quindi inclusi gli impianti fotovoltaici, ma può essere inserito nelle Cer qualunque tipo di impianto rinnovabile, a titolo esemplificativo e non esaustivo, idroelettrico, eolico, biogas, biomasse solide ecc. Per poter accedere agli incentivi previsti per le Cer gli impianti di produzione da fonte rinnovabile devono avere potenza non superiore a 1 megawatt. Tali impianti sono generalmente di nuova costruzione, anche se possono far parte di una CER impianti già realizzati, purché entrati in esercizio successivamente alla data del 16 dicembre 2021 (data di entrata in vigore del decreto legislativo 199/2021) e comunque successivamente alla regolare costituzione della Cer.
Le spese ammissibili al contributo Pnrr
Le spese ammissibili per l’ammissione al contributo Pnrr sono le seguenti:
1) realizzazione di impianti a fonti rinnovabili;
2) fornitura e posa in opera dei sistemi di accumulo;
3) acquisto e installazione macchinari, impianti e attrezzature hardware e software;
4) opere edili strettamente necessarie alla realizzazione dell’intervento;
5) connessione alla rete elettrica nazionale;
6) studi di prefattibilità e spese necessarie per attività preliminari;
7) progettazioni, indagini geologiche e geotecniche;
8) direzione lavori e sicurezza;
9) collaudi tecnici e/o tecnico-amministrativi, consulenze e/o supporto tecnico-amministrativo essenziali all’attuazione del progetto.
Le ultime quattro voci di spese di cui sopra sono finanziabili in misura non superiore al 10% dell’importo ammesso a finanziamento.
Il vincolo geografico per beneficiare degli incentivi
Occorre, però, ricordare che esiste un vincolo geografico per l’accesso all’incentivo. Tutti i consumatori e tutti i produttori devono. infatti, essere ubicati nell’area geografica i cui punti di connessione alla rete elettrica nazionale (POD) sono sottesi alla medesima cabina elettrica primaria (vale a dire il punto di snodo che collega la rete di trasmissione dell’energia elettrica con la rete di distribuzione). Sul sito istituzionale del Gse è presente un portale con la mappa interattiva delle cabine primarie ubicate sul territorio nazionale. Questa mappa è stato poi di recente ulteriormente potenziata e ora è possibile ricercare l’area convenzionale di riferimento non solo tramite l’indirizzo o le coordinate geografiche, ma anche con il punto di connessione alla rete (codice POD) o il codice identificativo dell’area.
Il nostro studio è in grado di dare tutto il supporto per:
1. sviluppare un'analisi tecnica-economica preliminare per valutare la costituzione della CER;
2. predisporre tutte le autorizzazioni edilizie per l'istallazione degli impianti fotovoltaici e non solo;
3. coordinare le imprese coinvolte, dalla scelta dei materiali, fino all'esecuzione dei lavori;
4. gestire la domanda per ottenere la tariffa incentivante e al contributo Arera;
5. gestire la domanda per beneficiare delle risorse previste dal Pnrr, per CER costituite in comune sotto i 5.000 abitanti.
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fonte: ilsole24ore
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